Easter of solidarity
Articolo newsletter. 108 Ia2
Easter of solidarity
In una Pasqua segnata da orrori, devastazioni e dolori per le vittime di una guerra che si combatte ormai da 3 anni, una missione umanitaria, targata Lions 108 Ib4, si è concretizzata per portare medicinali e cibo in Ucraina.
La missione, denominata „Ukraine Mission 2025“, è stata organizzata dal Distretto 108 IB4 e guidata da Luigi Uslenghi, Coordinatore Italiano WICTU III.
Hanno partecipato Lions e Leos del Distretto 108 IB4, Lions del Distretto 108 Ia2, me stessa in qualità di LCIF CAL, oltre a volontari non Lions, per un totale di 27 persone. Il convoglio umanitario comprendeva 7 piccoli camioncini/furgoni.
In 3 del nostro distretto 108 Ia2, Davide Minervino, Riccardo Repetto e la sottoscritta prendiamo parte a questo viaggio lungo oltre 6000 km per sostare a Odessa, Mykolayiv e Zaporithia, lontanissimi dall’essere supereroi o kamikaze ma con la radicata consapevolezza che esserci, non girare altrove la testa, non abituarsi a credere che nulla cambi sono l’ispirazione di una vita piena e gratificante.
Nulla di quello visto e sperimentato in questi giorni ha un senso: la guerra, la sofferenza, la perdita di affetti, di lavoro, di casa sono l’apoteosi della stupidità, dell’ambizione, del delirio e dell’egoismo umano.
Abbiamo attraversato paesi, villaggi contraddistinti da una moderata serenità, da una connotazione fortemente rurale, da una decorosa semplicità e modestia ben lontani dai suoni di allarmi che, a tutte le ore, attraversano l’aria e le strade delle città.
Abbiamo fiancheggiato immense distese di coltivazioni di colza, già fiorita, di grano ancora verde che contrastano con l’azzurro del cielo, dei grandi spazi e che avvicinati all’orizzonte sono nient’altro che il colore della bandiera Ucraina. Issata quasi ad esorcizzare l’appartenenza senza ma e senza sé a quell’amata terra martoriata e violata nei diritti più elementari, ma, nonostante tutto, mantiene la propria identità fatta di accettazione, dignità e compostezza davanti ad una negazione di…vita.
Dormire, camminare e velocemente scendere in un bunker per ripararsi da droni, missili ed attacchi chimici è la privazione di ogni forma di arbitrio e libertà.
Si dice che in guerra muore la parola, pertanto mi risulta complicato scrivere sensazioni ed emozioni che si scatenano nel momento in cui ti trovi nell’emergenza, difficile raccontare la paura di attraversare una strada, non percepisci, non annusi da dove arriva il pericolo, poi osservi i bambini seduti, composti su un banchetto, in un buco sottoterra, con le matite colorate e i fogli a quadretti, un libretto da sfogliare e una lavagna su cui scrivere il risultato delle operazioni di calcolo e le nostre mani di Davide, Riccardo e le mie che diventano magicamente il loro …pallottoliere.
E ancora trovi nell’angolo di una “casa” una stufa, con sopra una pentola di acqua per cuocere una zuppa, ne abbiamo assaggiate di buonissime fatte con la rapa rossa, borsc, e vedi che sono proprio quelle che noi lions sosteniamo con le nostre donazioni LCIF, ti si inumidiscono gli occhi, colpa del vapore, ti si rompe la voce, colpa delle parole che non riesci a tradurre, ti si allarga un sorriso, colpa di quel fil rouge che ti ha spinto lì per stringere una mano….
È una casualità che non mi spiego quella di nascere e diventare grandi in una latitudine diversa….così come essere mamma a Zaporithia, avere le stesse preoccupazioni di nutrire, educare e crescere i propri figli con l’abissale differenza che lì c’è la guerra e le opportunità tra i suoi e i miei non sono lontanamente paragonabili…..
Resilienti gli ucraini? Certo.
Dignitosi e sorridenti a dispetto delle contingenze? Certo. Alla ricerca di una speranza? Certo: la vita nonostante tutto.
Non bisogna smettere di credere nei più alti valori del servizio, della pace, dell’accoglienza, del rispetto, della libertà, della democrazia, dell’amore che può su tutto …
Permettetemi di citare il compianto Papa Francesco che ha sempre e strenuamente incitato alla pace, alla concordia e alla fratellanza: “costruite ponti, non muri.”
Grazie dell’attenzione
Claudia Balduzzi
LCIF CAL CA IV























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